Tony Mauro
Come uscire indenni dal post-laurea e approdare felici al mondo del lavoro: il mio viaggio dantesco da neolaureato a lavoratore
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Il libro racconta in chiave ironica l’esperienza lavorativa dell’autore. Il parallelismo con la Divina Commedia nasce dalla reale somiglianza tra i due “viaggi”: quello di Dante volto all’espiazione dei peccati e il ricongiungimento con Dio, il suo alla ricerca di un lavoro e il raggiungimento di una stabilità economico‑lavorativa. Così qualche mese prima dal conseguimento della laurea, iniziò il lungo cammino attraverso i regni terrestri dell’inferno, del purgatorio e del paradiso guidato da un illustre grillo parlante: Albert Einstein. Cosa scrivere all’interno del curriculum vitae? A quale azienda inviarlo? E, infine, il colloquio, che non sarà l’unico grattacapo. Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate! E una volta selezionato con un’offerta ritenuta soddisfacente? Non finisce lì, perché il purgatorio non è così distante dall’inferno. E il paradiso? In quel momento il vostro grillo parlante vi lascerà ma non sarà il momento di adagiarsi sugli allori. Dovete continuare a crescere e non accontentatevi mai della vostra condizione lavorativa: è l’ambizione che move il sole e l’altre stelle.
Perché ho scritto questo libro? Ogni tanto me lo chiedo pure io. Posso dirvi che non l’ho scritto né per la fame di successo né tanto meno per arrotondare. Ho scritto Le faremo sapere per diletto. Perché innanzitutto volevo cimentarmi con una nuova attività. Poi farvi sorridere e per smentire il fatto che un laureato in ingegneria riesca a trovare un’occupazione con semplicità. Forse la probabilità di successo aumenta ma non è tutto così agevole e lineare. Pure un ingegnere deve farsi un giro nell’inferno.
Dante mi perdonerà se mi sono ispirato alla sua Divina Commedia ma ho trovato molto divertente il parallelismo tra le tre cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso) e la strada da percorrere per trovare un lavoro.
Partendo dallo status di laureandi o neolaureati assistiamo a un intenso travaglio causato dalla preparazione del Curriculum Vitae, dalla ricerca degli annunci di lavoro e la miriade di test che ci verranno sottoposti. Non dimentichiamo i colloqui con le persone più disparate e i feedback che non arrivano mai.
Oltre ai tantissimi colloqui sostenuti che ho provato a sintetizzare tra le righe, mi sono applicato a molte offerte senza mai ricevere una risposta. Spesso, quindi, andiamo incontro a una doppia beffa: il mancato riscontro quando ci si candida e, quelle poche volte in cui si viene contattati, l’assenza di un feedback finale. Altre volte, però, vi sentirete privilegiati quando arriverà una bella email generata automaticamente dal sistema e diretta nella vostra cartella spam con la quale vi informeranno che il processo di selezione è terminato e non saprete mai perché non siete stati selezionati.
Poi verrete assunti con un bello stage. I più fortunati con un apprendistato, quelli che hanno la dea bendata al proprio fianco con un contratto determinato. La gioia della firma del primo contratto e poi del primo stipendio che per un fuori-sede sarà utile a malapena a pagarsi l’affitto. Da quel momento comincia una nuova fase, quella purgatoriale, in cui dovrete espiare il peccato di non avere le competenze adeguate per affermarvi nel lavoro e dovrete combattere con le unghie e con i denti per migliorarvi e dimostrare il vostro valore. Il tutto volto alla conferma nella stessa posizione ma con qualche mese in più di contratto.
Anni dopo arriverà il momento di firmare finalmente un contratto a tempo indeterminato e di accedere all’Eden dopo aver percorso tutte le cornici del purgatorio. In questo nuovo status tutte le anime hanno dimostrato buona parte del loro valore. L’azienda vi ha dato fiducia e vi ha premiato. Un bel contratto indeterminato con la stessa retribuzione annua lorda (RAL) del precedente. Ora potete finalmente togliervi qualche soddisfazione in più ma con calma perché, a causa delle tasse più alte, vi troverete un bonifico in entrata più basso rispetto a quello del mese precedente. Forse sarebbe stato meglio rimanere con un contratto a termine tanto la sicurezza dell’indeterminato è paragonabile a quando siete sull’ultimo gradino di una scala intenti a cambiare una lampadina con l’amato gatto che passa e spassa al di sotto sperando che voi cadiate.
Infine raggiungerete il primo cielo del Paradiso nel momento in cui riuscirete nell’impresa di trovare un’azienda che vi tratti dignitosamente dal punto di vista umano e che non vi faccia pesare quell’indeterminato a mo' di schiavo egizio frustato quotidianamente per velocizzare la costruzione delle piramidi. Attraverserete tutti i cieli, ottenendo con il passare degli anni un’esperienza maggiore e ulteriori privilegi di cui godrete fino ad arrivare a un momento in cui sarete costretti a prendere una decisione per non sconfinare e adagiarvi in una comfort zone. Continuare nell’azienda che ha creduto in voi – e soprattutto nella quale voi avete riposto le speranze – ma schiacciando il pedale sull’acceleratore, oppure cambiare e iniziare un nuovo percorso professionale che vi permetta di ampliare nuovamente le competenze e crescere verticalmente.
Il mio cammino ha seguito questa route e ha preso il via qualche mese prima che mi laureassi. Il Sommo Poeta guidato da Virgilio, io da Albert Einstein. Perché proprio Albert? Dante scelse il poeta latino come guida prima di tutto per una questione di ammirazione come autore. Lo definì “poeta illustrissimo” ed era affascinato dalla su opera principale, l’Eneide, nella quale il tema principale è proprio il viaggio dell’uomo. Tra l’altro Enea, accompagnato da Sibilla, scese nel regno negli inferi per incontrare il padre Anchise anticipando per vie traverse il viaggio di Dante.
In secondo luogo, il poeta latino incarnò per Alighieri la rettitudine e i principi morali che devono guidare l'uomo durante la sua vita. Virgilio è stato scelto malgrado fosse pagano e difatti non varcherà mai le porte del Paradiso. La scelta è giustificata dal fatto che nel Medioevo circolava un fraintendimento secondo il quale Virgilio nelle Bucoliche profetizzò la venuta di un “puer”, identificato con la figura di Gesù, che avrebbe segnato la storia e aperto l'età dell'oro.
La mia scelta è ricaduta su Einstein ovviamente non per gli stessi motivi. Il fisico tedesco ha rappresentato per me l’icona della genialità e della creatività. Si narra che all’età di quattro anni rimase paralizzato per ore davanti a una bussola che il padre gli mise vicino per distrarlo. Inoltre, non pronunciò una parola fino a tre anni, fu introverso, probabilmente dislessico e fino a nove anni non fu capace di leggere. Per molti solo un moccioso di quattro anni un po’ imbambolato. Niente a che vedere con i bambini prodigio di cui sentiamo parlare ogni tanto, quelli che sono capaci di suonare la Sinfonia n. 9 di Beethoven o di fare calcoli matematici complessi in pochi minuti.
Albert era fatto a modo suo e presentava anche degli aspetti umani. Non perdeva tempo nel pettinarsi la chioma di lunghi capelli arruffati, fumava la sua pipa assorto nei mille pensieri e vestiva abiti di taglie più grandi, spesso di poco gusto stilistico. Quindi ho scelto lui come guida nel regno degli inferi e del Purgatorio perché avrei avuto al mio fianco una testa brillante che mi potesse instradare di fronte a delle difficoltà. Non mi seguirà nel Paradiso ma non per lo stesso motivo per cui Virgilio non ha accompagnato Dante, ma perché Einstein è uno di quelli impossibili da catalogare non avendo mostrato un pensiero coerente e univoco sul tema religioso. Nella sua Lettera su Dio scrisse: “La parola Dio per me non è altro che l’espressione e il prodotto della debolezza umana, e la Bibbia una collezione di venerabili, ma nonostante tutto, piuttosto primitive leggende. Nessuna interpretazione, di nessun genere, può cambiare questo”.
Nel Paradiso la guida di Dante diventa l’amata Beatrice. Chi, invece, la mia? Nessuno. Andrò da solo perché credo che ognuno di noi a quel punto dovrebbe aver raggiunto un livello di maturità tale che non ci sia più una ragione esterna a guidarci. Siamo noi responsabili delle nostre azioni e non ci sarà nessun Grillo Parlante pronto ad ammonirci e a orientarci verso le scelte corrette.
Prima di lasciarvi alla lettura, vi avviso che i nomi, i personaggi, le istituzioni, i luoghi e gli episodi sono frutto dell'immaginazione dell'autore e non sono da considerarsi reali. Qualsiasi somiglianza con fatti, scenari, organizzazioni o persone, viventi o defunte, veri o immaginari è del tutto casuale.
Buona lettura e buon divertimento!
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita.
(Inferno, canto I, vv. 1-3)
Inizia con questa terzina il lungo viaggio di Dante attraverso i tre regni dell’Oltretomba dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso. A trentacinque anni, a metà della sua vita, nella notte del Giovedì Santo (7 aprile) del 1300, Dante si smarrisce in una selva oscura e selvaggia che simboleggia il peccato. Così come il Sommo Poeta, nel più recente 2015, anch'io ho iniziato un lungo e tortuoso percorso, non volto, come per Dante, alla purificazione e alla ricezione della grazia divina,ma alla ricerca di un lavoro.
Il mio viaggio inizia circa due mesi prima della mia proclamazione di laurea quando, in procinto di consegnare la tesi, decisi di compiere il grande passo e tuffarmi nel mare di job posting pubblicati nelle sezioni appositamente dedicate alla ricerca di un posto di lavoro, generalmente denominate “Lavora con Noi”, di alcuni siti aziendali di cui avevo sentito parlare dai miei colleghi universitari. Non conoscevo bene quel mondo anche perché nessuno all’interno dell’università vi spiega come cercare un lavoro. Pertanto, intrapresi questa lunga scalata come quella di Dante verso la sommità del colle illuminato e «vestite già de’ raggi del pianeta» (Inferno, canto I, vv.17).
Dopo aver dato una prima lettura veloce per capire bene quali annunci di lavoro fossero più idonei alla mia figura di laureando in ingegneria gestionale, il mio entusiasmo fu frenato da tre grattacapi che «anzi ’mpediva tanto il mio cammino, / ch’i’ fui per ritornar più volte vòlto» (Inferno, canto I, vv.35-36).
Ciò nonostante, non mi persi d’animo e la prima mossa sulla scacchiera fu quella di ricercare nel web come scrivere un curriculum vitae e, soprattutto, cosa scriverci al suo interno.
Passavo da un link all'altro allo stesso identico modo di quando fate zapping con i programmi in televisione sperando di trovare l’articolo più chiaro e completo. Quando ad un tratto avvertii un’ombra sulla mia destra. Sul momento non ci badai troppo ma inevitabilmente la sua permanenza attirò la mia attenzione. Albert Einstein in carne e ossa, o quasi, con le mani dietro la schiena e un’espressione di profonda comprensione. Dopo aver camminato avanti e indietro per qualche minuto, si avvicinò così velocemente che quasi non mi accorsi del movimento e con un accento misto inglese-tedesco mi disse: «Non mi preoccupo mai del futuro, arriva sempre abbastanza presto» (Aforisma del 1945 o 1946, Archivio Einstein 36-570). Interpretare le parole di Albert fu fin da subito un compito non affatto semplice. Frasi sintetiche e in un italiano stentato che in un primo momento sembravo dette a caso ma in realtà nascondevano sempre degli utili suggerimenti.
In questo caso mi consigliò – almeno io l’ho interpretato con questa accezione – a non crearmi ansie infondate per il futuro. Spunto che mi tranquillizzò e consentì innanzitutto di sviluppare con cura il Curriculum Vitae, poi a iscrivermi a un corso di inglese e infine a seguire dei corsi di formazione online per migliorare le mie conoscenze in ambito informatico, come per esempio i linguaggi di programmazione e in che modo funzionassero i software per la gestione dei processi aziendali. Per l’esperienza lavorativa non potevo farci nulla ma una buona intraprendenza, proattività e dinamicità avrebbero sopperito a questa fiera. Almeno questa era la mia speranza...
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Tony Mauro è nato a Roma nel 1989. Ha conseguito la laurea magistrale in Ingegneria Gestionale presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Nel 2021 ha conseguito un Executive Master in Project Management. Attualmente lavora presso il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane e precedentemente ha ricoperto ruoli differenti in due multinazionali americane. Fin dai primi anni universitari ha sempre sognato di dar vita a un libro e, dopo diverso tempo, ha ritenuto che la sua esperienza professionale fosse l’argomento appropriato su cui poggiare lo sviluppo di Le faremo sapere. Le sue passioni sono lo sport, la tecnologia e la finanza.